Agli amici più giovani.
Essere viandanti nel nord del KENYA questa volta ha significato, oltre che promuovere il forno solare, anche avviare nuove collaborazioni.
Con gli altri amici volontari ci siamo avvicinati a delle iniziative esistenti e, dopo aver visto e ascoltato, abbiamo deciso di sostenere alcuni di questi progetti: ad esempio…
Le avventure
Credo sia tipico dell’andare del viandante vedere luoghi, intrecciare relazioni che producano buoni frutti, sperimentare il clima… come la pioggia abbondante prima e durante il nostro viaggio da Nairobi che significa una benedizione per la terra africana e qualche inconveniente in più per noi Occidentali.
Per intenderci, partiti da Nairobi alle sette del mattino siamo arrivati a Maralal il giorno seguente, alle 15, dopo un’avventura “simpatica”, si fa per dire, quando tutto é finito!
Solo dopo aver superato le difficoltà raccontiamo volentieri e ridendo del pulmino che spesso si è piantato nel fango della strada sterrata, inclinandosi su un fianco.
Oppure di quando scappava un bisognino nella boscaglia di notte. Allora cosa fai? Scendi dal pulmino, trovi un sasso e lo lanci verso un cespuglio per assicurarti che il luogo prescelto sia libero da qualche amico a quattro zampe o strisciante… pure loro in cerca di privacy!
In questo andare notturno, ne la tenacia dei due autisti locali, ne la collaborazione dei sette viandanti che tiravano la corda hanno potuto qualcosa sullo sterrato viscido; alle due della notte ci siamo arresi al fango e al mezzo piantato definitivamente in una buca e inclinato su un fianco, quasi a dire che come noi voleva dormire. Non rimaneva che attendere l’alba dormendo uno a ridosso dell’altro. Provvidenziale il passaggio di alcuni giovani che con il favore della luce ci hanno aiutato a liberare il mezzo dalla buca. Così alle 15 si era a Maralal, naturalmente dopo altri momenti di spintoni al mezzo e tiri di corda.
Vince chi la durrrra!
Ora comunque é tutto bello, da raccontare e documentare.
Cooperazione e km Zero
Dalle nostre parti si parla di orti, anche sui balconi, di cibo e simili a km zero ma anche in Kenya la gente non è stata con le mani in mano.
Dove é possibile raccogliere un po’ d’acqua piovana si fanno le serre che, come soffici palloni quasi sospesi da terra, custodiscono pazientemente i benefici del sole e il lavoro delle donne. Nascono opportunitá per una dieta varia e più salubre, per una economia e un lavoro in cooperazione. Cooperazione, buona parola per far nascere tante faccende.
Una faccenda é anche quella “casa” costruita insieme ai parenti della sposa, in quel di Opiroi, dove arrivi percorrendo una strada che ti rimarrà impressa nella memoria sballottato come fossi a cavallo di un puledro selvaggio. Chi del posto tutto conosce, ha reperito i materiali da costruzione come bastoni da piantare, intonaco da smaltare. L’intonaco si intende amalgamato coi piedi e le mani, composto di acqua, terra e di quel tenero “cemento” prodotto, pure quello a km zero, dalle vacche circostanti.
Certo il composto riusciva tanto meglio quanto piú era impastato dalle “betoniere” dalle pale bianche e nere a 5 dita.
E allora sposa bagnata, o meglio, casa cacata, sposa fortunata.
Ma fortunate, oltre alla sposa, sono state anche le altre donne e bambine del villaggio perchè sono arrivati i forni solari a parabola e la fatica per la cerca della legna sará loro alleviata.
Ne beneficerà l’ambiente, con ripercussioni positive che arriveranno anche fino a noi del nord del mondo cosí come arriva un tam-tam.
A Barsaloi, a Tum e ad Archer’s Post bisognerà ritornare e portare altri forni solari a parabola.
Scuola dei bambini pastori
Dal bagaglio dei ricordi, un’altra esperienza che abbiamo sostenuto è la “scuola dei bambini pastori”.
Sono bambini scelti dalla famiglia tra i figli piú svegli per condurre gli animali al pascolo, questa loro occupazione nega loro la scuola diurna.
Ma la voglia di capire, di riscatto, li fa camminare verso le “scuole della sera” alla luce di qualche lampada solare, sostenuti da una zuppa a mo’ di tenera polenta.
La Scuola è stata avviata da una suora che aveva colto in questi bambini la scintilla che aspettava di diventare fiamma; col nostro sostegno lo diventerà sempre piú di anno in anno.
Chissá che questi pastori, scolari di notte, facciano nascere un po’ di invidia che porti anche dalle nostre parti in noi, nei nostri ragazzi, la voglia di intraprendere qualche esperienza notturna ad osservar le stelle, ad attendere l’alba, a scambiarsi emozioni, desideri… a scoprire il bello che sta dentro il silenzio fatto insieme.
Ottorino.