Cucine, maiali e galline. Dall’ascolto un nuovo progetto in rete (Senegal 2018).

Quante volte abbiamo letto e sentito di progetti in Africa che sono naufragati?
Una storia illuminante è quella raccontata da Ernesto Sirolli, cooperante che insegnava la coltivazione dei pomodori nello Zambia meridionale.
<< Nello Zambia tutto cresce rigoglioso, avevamo dei pomodori favolosi e dicevamo che l’agricoltura era facile. Quando i nostri pomodori erano belli, rossi e maturi, all’improvviso dal fiume erano usciti duecento ippopotami che se li erano mangiati tutti. Vedendo il nostro stupore, gli zambiani ci avevano detto: “E’ per questo che qui non si coltiva niente”. E noi: “Perché non ce l’avete detto?”. Risposta: “Non ce l’avete chiesto”.>>

L’aneddoto ci ricorda che per fare volontariato serve stare zitti ed ascoltare, osservare con umiltà per cambiare punto di vista ed entrare nella mentalità delle persone con cui si lavora.

Con questo spirito dal 25 aprile al 10 maggio 2018 siamo tornati in Senegal per il progetto delle cucine solari, ma questo è stato solo l’inizio, il motivo per incontrare ed ascoltare le persone da cui è nato qualcosa di nuovo.

Ospiti presso la Caritas di Thies, cittadina 80 Km a est di Dakar, muovevamo verso i villaggi della diocesi dove vivono le famiglie che utilizzano le cucine solari del progetto.

Si tratta di villaggi semplici, case di mattoni e lamiera come tetto, oppure costruzioni di terra con tetti in legno ricoperti da foglie di palma.
Qualche pista di terra rossa per arrivare e poi sabbia e savana intorno da cui emergono qua e la bellissimi baobab. Una zona secca del Senegal, sopratutto ora, prima della stagione delle piogge.

Lo scopo iniziale era rendere 20 cucine solari più stabili e rinforzarne la struttura per proteggere la parabola che concentra i raggi solari e permette la cottura dei cibi. In una regione ventosa come quella di Thies l’azione del vento può causare dei ribaltamenti della cucina solare e ammaccare la parabola. La modifica apportata permette di mantenere l’efficacia della cottura.

Il nostro gruppo era composto da Filomena, l’interprete dalla lingua Wolof all’italiano, Ernest e Martin della Caritas che hanno i contatti con le famiglie, Ottorino e Fiorello.

La visita alle famiglie per “l’aggiornamento” della cucina solare avveniva senza fretta. Seduti all’ombra di un albero abbiamo così potuto chiedere come fosse usata la cucina e approfondire la conoscenza delle persone. Anche pranzare assieme, come nell’usanza senegalese tutti dallo stesso piatto, era un momento per condividere. Chiedevamo quali fossero i sogni, i bisogni, le idee per poter sviluppare una piccola attività, cosa potrebbe funzionare in Senegal, in cosa vorrebbero impegnarsi e ragionavamo assieme rispetto a come realizzare il tutto.

Così ci siamo ritrovati a parlare di allevamenti di maiali e galline, un’attività presente nei sogni di molti abitanti.

La conferma di questa via ci era stata data da Abbé Epifanio, parroco pieno di umanità della parrocchia di Lalan e guida morale della Caritas. Con lui Ottorino aveva preso accordi nell’ultimo viaggio per realizzare un nuovo progetto: la sistemazione di una “costruzione” parrocchiale e l’avvio ad un piccolo allevamento di polli. A distanza di qualche mese abbiamo potuto vedere i frutti dell’accordo: due edifici ristrutturati, quattro persone prima disoccupate che lavorano con dignità, 500 pulcini, l’orto lavorato che inizia a dare dei risultati. I pulcini crescono e il sistema funziona, questo potrebbe essere il propulsore di altri progetti reinvestendo il reddito ottenuto per creare altro lavoro.

Un altro buon esempio di impresa agricola che genera dignità nelle persone l’abbiamo trovano in quella guidata da un giovane: Jean Christophe. In poco tempo ha creato una fattoria moderna con galline ovaiole, maiali, oche “da guardia”, cani di razza, pecore e faraone, piante da frutto selezionate e un orto concimato con gli escrementi degli animali. Un luogo dinamico con vari progetti di ampliamento capace di produrre migliaia di uova al giorno e dove lavorano diversi giovani del villaggio compartecipando agli utili. Un esempio per tutti di cosa si possa fare con volontà e passione. Ma non sono, Jean Christophe è un persona sensibile e di ampie vedute che tiene molto allo sviluppo del Senegal. Riconoscendo l’obiettivo comune ci ha prestato particolare attenzione fra i suoi mille impegni dicendo: “se voi venite da così lontano per aiutare la nostra gente anch’io voglio darvi una mano perché ho ricevuto molto dalla vita e quindi sono a vostra disposizione, tutti vogliamo che i figli di questa terra restino qui“.

Passando da un villaggio all’altro abbiamo raccolto informazioni, idee e sorrisi, visto come erano tenuti gli animali nei cortili, osservato come fossero curate alcune aie, conosciuto persone e constatato insieme al gruppo di lavoro come quello di Mont-Rolland fosse il villaggio più pronto per avviare un nuovo progetto.

Così, unendo i puntini ci siamo impegnati per avviare un piccolo allevamento di maiali con un gruppo di donne della Caritas del piccolo villaggio.

Queste prepareranno la porcilaia e saranno ospitate dall’azienda agricola di Jean Christophe per imparare a gestire i maiali. Il suo allevamento è infatti quello che più ci ha colpito per la pulizia e l’organizzazione. In seguito sempre Jean Christophe offrirà delle scrofe per avviare l’allevamento. La nostra interprete farà dei controlli periodici per riferirci come proseguono le attività fino al prossimo viaggio. Abbé Epifanio sarà la guida morale dell’iniziativa.

Potremmo raccontare di tante altre piccole attività svolte perché sono state giornate molto ricche, ma quello a cui teniamo è stato l’approccio differente nell’essere volontari. Quando siamo partiti non sapevamo sarebbe nato un allevamento di maiali. A partire dall’ascolto, senza forzare, ci siamo posti come dei volontari che hanno la visione di chi fa impresa, facilitando ciò che era già nelle intenzioni delle persone e che può generare la dignità di un lavoro in loco.

Una “formula” nuova che si può riassumere così: “se vuoi fare qualcosa PER qualcuno, fai qualcosa CON qualcuno“.

Ottorino e Fiorello

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La vita è il treno non la stazione (Paulo Coelho)

Anche questa volta il “treno” a dicembre 2017 ha girato in SENEGAL e precisamente a THIES, proseguendo poi nei villaggi intorno alla città.
In questa occasione gli scopi del nostro viandare erano molteplici. Le immagini illustrano gli incontri, l’ambiente con le varie attività e lo spirito di intraprendenza delle persone che si intravvede nelle azioni che giornalmente mettono in atto.

La nostra visita presso le abitazioni, dove nel tempo sono state collocate le cucine solari, ha permesso di sostenerne l’uso che sta progredendo anche con il supporto degli operatori CARITAS di THIES. L’uso delle cucine è una buona soluzione che elimina la fatica della cerca della legna, favorisce il risparmio di denaro e la salubrità dell’ambiente.

Ci sono poi state le visite a diverse iniziative che la CARITAS locale ha messo in atto. Un esempio sono i grandi orti in cui ciascuna famiglia partecipa alla coltivazione dell’appezzamento assegnato e da poi una parte del raccolto ad un fondo comune. Questi grandi orti dispongono di un pozzo da dove l’acqua viene pescata (per ora con l’energia fornita da un motore diesel) e mandata ad un serbatoio che sta in alto; da qui arriva per caduta alle vasche che alimentano i vari appezzamenti.

Nei vari incontri con persone che si danno da fare è significativa l’INTRAPRENDENZA di un giovane che in un villaggio, ad una decina di km da THIES, ha dato vita ad un allevamento di polli (qualche migliaio) e maiali di varie razze nonché alla coltivazione di papaia di qualità.
È una persona orfana che, avendo avuto come papà i sacerdoti della sua parrocchia, dice di aver ricevuto molto e da 3 anni sta mettendo in pratica quanto imparato.
Vuole altresì mettere a frutto con altri gli insegnamenti che ha ricevuto, avviando nuove attività imprenditoriali. Noi di AVI onlus e KARIBU onlus con lui e 4 persone delegate dalla parrocchia senegalese di LALAN ci siamo attivati per compartecipare alla creazione di un pollaio di 1000 galline.

Crediamo sia questa la strada più opportuna da percorrere affinché si crei dignità (che ciascuno abbia qualcosa di valore da raccontare) di vita nei luoghi dove ciascuno è stato chiamato alla vita.
Il lavoro appunto ed un adeguato reddito ne sono il presupposto essenziale.

Ottorino e Galdino

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In ascolto del Senegal, novembre 2016

In questo passaggio a THIES, in collaborazione con la Caritas locale impegnata presso i villaggi rurali, lo scopo di noi volontari AVI Onlus di Montebelluna (TV) era accompagnare le cucine solari e testare qualche piccolo impianto fotovoltaico per far arrivare un po’ di luce, intanto, in qualche capanna.

Ci si è resi conto che andare a verificare lo stato dell’uso delle cucine solari precedentemente consegnate sarebbe stato di primaria importanza.

Con gli operatori Caritas sono state dedicate delle giornate intere, in più villaggi, a cuocere e pranzare  insieme ai locali.

Dopo il pasto ci sedevamo ad ascoltare i pensieri delle persone rispetto all’uso delle cucine. Il dialogo ha aiutato a comprendere alcuni aspetti dell’uso e a superare alcune difficoltà.

Altro aspetto, avere la luce elettrica in casa è un miraggio in molte parti del mondo.
Anche tra le capanne che abbiamo visitato è così e in alcune zone, anche se è disponibile la corrente elettrica, per molti resta una spesa inaccessibile.

A questo bisogno abbiamo cercato di rispondere installando un piccolo impianto con due pannelli fotovoltaici e quanto correlato. Così ora quattro capanne possono avere diverse ore di luce la sera, compresa una lampada esterna: la luce, cambia la vita!

La mamma ci diceva con gioia: “ora quattro figli la sera possono studiare sopra lo stesso letto”. Chissà quanti di questi piccoli impianti si potrebbero realizzare.

Il treno nel video trasporta i fosfati di Thies per la produzione di concimi da utilizzare in agricoltura. I fosfati sono estratti da varie cave e partono subito in treno fino al porto di Dakar da dove prendono il largo verso il nostro mondo. Molte risorse mal pagate partono in questo modo, privando l’Africa di beni e lasciano agli africani pochi denari insufficienti per una vita dignitosa.

La speranza, portata dalle cucine solari, dalla luce generata dal fotovoltaico, magari da un  “treno di ritorno” è il segno che il tempo non passa invano, che realizzare l’equilibrio è cosa che si può fare, anzi che si fa.

Volontari AVI onlus di Montebelluna (TV)

Ottorino e Galdino

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Viaggio tra Zambia e Malawi ad agosto e settembre 2016.

img_0570L480px-zambia-malawi‘esperienza della prima volta in Malawi e Zambia, mi conferma quanto sia necessario adottare un approccio articolato quando si sceglie di intervenire per favorire lo sviluppo di paesi in difficoltà.

Sappiamo già e ho avuto modo di verificarlo, quanto lo Zambia, come tanti altri stati africani, sia un luogo dove si può contare sulla pioggia solo per pochi mesi all’anno. Con il contributo dell’associazione Avi di Montebelluna e in compagnia di Diego Sperandio e Don Walter Gatti, parroco di Bocca di Strada e Santa Maria di Piave, abbiamo sperimentato un piccolo aiuto per fermare la desertificazione: non tagliare più alberi per cuocere favorendo l’uso della cucina solare.

Sono state collocate delle cucine in centri dove c’è maggiore passaggio di persone, perché vicini a luoghi frequentati.

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Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi di questa nuova proposta, che va sempre accompagnata prima con la formazione e poi con la verifica dell’utilizzo da parte delle persone. Questa volta ci sarà anche la supervisione dei due religiosi Comboniani P. Luigi Casagrande e fratel Francisco, agronomo della missione di Chicowa/Cipata.

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Da tempo abbiamo notato come sia importante intervenire sul medesimo luogo con proposte collegate, in modo articolato.

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A questo proposito ho avuto modo di osservare con piacere quanto il portoghese fratel Francisco ha sviluppato presso un terreno della missione.

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Un pozzo, delle serre e un campo attiguo adibito ad orto e a coltivazione di fagioli e mais. Il tutto debitamente bagnato con l’acqua del pozzo… che, come si vede nella foto, è in manutenzione.

manutenzione pozzo

La combinazione di acqua, serre e campo irrigato ne fa una visione di verde che risalta ancor di più rispetto al colore marrone circostante.

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Certo, li aspettano aiuti per un impianto fotovoltaico per pescare l’acqua con l’energia del sole e collocare altre serre. Per ora sono arrivate le cucine a completare il ciclo e a cuocere il cibo.

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Le foto documentano quanto si è visto è fatto,
un caro saluto,
Ottorino Saccon.

ps. altre foto si possono vedere nella galleria del settimanale diocesano l’Azione.

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Senegal, si può fare! Foto dell’esperienza.

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Capita che, a fare il viandante in SENEGAL, nei villaggi della cintura di Thies a novembre 2015, vedi ambienti, vivi situazioni, incroci volti, i più disparati.

Vedi un ambiente “rigido” nella sua siccità che dura 9 mesi. Ti poni delle domande… qualche risposta la trovi quando inquadri, come una pennellata, un verde orto con al centro un pozzo: grazie all’acqua tutto cambia.
Allora velocemente il pensiero dice: si può fare!
Così come si può dotare di verricello un pozzo per prelevare l’acqua da 20 metri.
Allo stesso modo siamo intervenuti con tante cucine solari; fanno risparmiare denaro, fatica alle donne e sofferenza all’ambiente.
Ecco allora che la curiosità ci accompagna tra le varie immagini fissate nel viandare di villaggio in villaggio… dove si coglie l’arretratezza del vivere che ci interpella e ci sprona a fornire e sperimentare insieme opportunità di superamento.

Un caro saluto, Ottorino e Galdino.

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Bellezza, Sofferenza, Immaginazione – Haiti 2015

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Grazie ai contatti e progetti degli amici dell’AVI di Montebelluna sono stato per la prima volta ad Haiti, il più povero paese del continente americano, posto giusto al centro del Mar dei Caraibi.

L’isola, colpita nel 2004 dall’uragano Jeanne e nel 2010 dal terremoto vive in uno stato di emergenza umanitaria e attualmente è in corso una missione internazionale di aiuto sotto la guida dell’ONU.

Fra gennaio e febbraio sono stato ospite della missione degli Scalabriniani a Port-au-Prince, la capitale di Haiti. Nei pressi della missione l’associazione AVI con la città di Bassano hanno contribuito a sostenere la realizzazione del “villaggio Montebelluna Bassano” sorto proprio dopo il disastroso terremoto di 5 anni fa che ha lasciato il paese in uno stato di disagio economico e sociale.

In un territorio come quello di Haiti, povero di risorse ed alberi abbiamo pensato che il progetto delle cucine solari fosse adatto.

Andrea Bolzonello ad Haiti con un forni solari

Perciò già a luglio e agosto 2014 Andrea Bolzonello, altro volontario Avi, era stato lì per far conoscere il sistema della cottura solare con le parabole e aveva ottenuto, fra lo stupore delle persone dei buoni risultati. Infatti ad Haiti l’unica cosa che non manca è proprio il sole.

Questa volta l’obiettivo era quello di costruire assieme alla comunità i supporti per altri forni solari a parabola e soprattutto fare formazione in varie realtà fra cui le scuole, le famiglie, il centro sportivo della missione di Padre Giuseppe Durante e il villaggio Montebelluna Bassano.

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Nella missione ho trascorso del tempo con gli allievi del liceo, dialogando e discutendo sulle possibilità delle cucine solari. Ero accompagnato da Valentina, giovane Varesina responsabile del centro sportivo che mi aiutava facendo da traduttrice.

Gli interventi degli studenti sono stati molteplici anche con discussioni animate. Ad esempio il confronto a più voci, regolarmente annotate alla lavagna dagli allievi, circa la spesa per il carbone e il gas destinati alla cottura e la gratuità del sole nell’uso della cucina solare. Quell’aula così animata, così lanciata nel dialogo tra intelligenze varie, era vivace e si sentiva l’energia che tutti mettevano nel ragionare assieme, una energia forte come è quella del sole che splende sull’isola.

“Bellezza, sofferenza, immaginazione” sono le parole proposte da una studentessa per sintetizzare l’idea di portare le cucine solari ad Haiti. Dopo bellezza e sofferenza, quell’ultima parola, immaginazione, fa esplodere il grido che è possibile, è possibile immaginare di cambiare e progredire.

La forza di un fiore

Ero presso una famiglia, dove altre persone si erano radunate per capire il senso e l’uso delle cucine solari. La povertà di questi luoghi la possiamo immaginare; ci vogliono forza e opportunitá per il cambiamento.

Mentre insieme cucinavamo al sole di 7 litri di cibo, osservando quel cortile, la casa, i presenti, nella mia mente si intrecciavano i più disparati pensieri e non sempre erano confortevoli. C’era desolazione in quella vista tanto che mi faceva un po’ star male. Ad un certo punto però mi attraggono i colori dei fiori che avevano forzato una screpolatura sulle fondamenta. Allora, ho pensato, se quei fiori nati nel degrado c’è l’hanno fatta vuol dire che bisogna lavorare sperando che anche dove ci sono le “pietre” sia possibile il progresso, la bellezza. La frase “Si può fare” mi ha ridato speranza.

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Le Opportunità

Noi del mondo progredito abbiamo avuto opportunità in abbondanza grazie a quanto ci è stato dato nel tempo in comodato d’uso da scienziati, umanisti, gente laboriosa. Anche il caro Galileo Galilei, padre della scienza moderna, ha favorito l’attuale stato di modernità che ha prodotto la nostra abbondanza.
Alcuni dati testimoniano il nostro “benessere materiale”: viviamo nelle prime 300 aree più progredite dove vengono prodotte il 50% delle ricchezze e sono registrati il 90% per cento dei brevetti.

È Il Tempo Dei Vasi Comunicanti

Oltre a continuare a scambiare tra noi nuove conoscenze, è il tempo di farlo soprattutto con il sud del mondo, che, diversamente, verrà sempre più da noi a cercare delle opportunità. Lo vediamo spesso ultimamente coi continui sbarchi a Lampedusa.

Penso che le foto possano far immaginare a ciascuno cosa “si può fare”, un “si può fare” che è applicabile anche da noi dove ci sono tante situazioni che attendono risposte.

Un caro saluto,

Ottorino

 

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Aridità del terreno, pietre, orti e anche altro… Kenya agosto-settembre 2014

Vediamo gruppi di animali che cercano un po’ di verde da brucare, ecco ciò che s’incontra… siamo in KENYA, è settembre e dalla città di Isiolo si procede verso Marsabit, nel nord nel paese.

Questa è l’ultima tappa del nostro viandare di agosto-settembre, con le cucine solari e l’orto in sacco.

Del viaggio merita riportare un’uscita dell’amico Dimitri: “và in XXXX ti e le to’ pignatte!” :-)(vai a quel paese tu e le tue pentole!). Nel percorso su strada bianca, a dir poco sconnessa, che porta a Marsabit, ogni tanto aprivamo lo sportello posteriore del fuori strada per far uscire Dimitri. A lui la sorte aveva concesso di tenere a bada valige e casse con il materiale delle cucine solari. Possiamo immaginare le botte che ha preso nei vari sobbalzi del mezzo nonché lo sforzo per tenere i contenitori sotto controllo.

Donne Sacco Maralal_1Donne Sacco Maralal

La prima tappa del gruppo A.V.I. Onlus composto da Maria, Daniela, Valentina, Nadia, Ottorino e Dimitri era a Maralal, cittadina 250 Km a nord di Nairobi.

Lì abbiamo realizzato alcuni orti in sacco e già a fine settembre gli amici del luogo ci dicevano che le piantine si stavano sviluppando in maniera rigogliosa, ottimo. Altri li abbiamo fatti a Opiroi e a Barsaloi, a tre ore da Maralal.

orto in sacco in Kenya Ottorino Donne Sacco Maralal_2

Proprio a Maralal ritroviamo Giorgia, ragazza di Santa Lucia di Piave che ha deciso di dedicare tre anni al Kenya come volontaria dopo l’università. Si occuperà del recupero dei ragazzi di strada con il progetto di cooperazione internazionale KIKORA, Street Children in Maralal.

Giorgia Sacco Maralal Giorgia Sacco Maralal_1 Giorgia Sacco Maralal_2

Con le cucine a concentrazione solare ci siamo fermati poi nella zona di Marsabit, villaggio KARIBU. Abbiamo assemblato insieme alla gente e la disponibilità ha fruttato un buon clima: sia le donne che gli uomini si sono adoperati con i materiali delle cucine.

costruzione cucine Marsabit Ottorino cucina MarsabitOttorino 98 mama cucina Barsaloi

In questo viaggio con noi c’era anche Nadia, medico di Conegliano che ha potuto dare il suo contributo nei dispensari dei villaggi. Abbiamo così fatto formazione sulla salute e lei ha parlato di prevenzione di varie malattie, sollecitando l’uso delle cucine solari per pastorizzare l’acqua e cuocere i cibi.

Nadia Elisa dispensario Barsaloi Nadia dispensario Barsaloi Nadia dispensario Barsaloi_2 Nadia dispensario Barsaloi_4

Alla fine degli incontri preparavamo il thè e cucinavamo un dolce o la polenta, per un momento di festa insieme.

Nadia dolce Barsaloi

I pasti di mezzogiorno composti da riso e verdura cotta li consumavamo nella capanna: un contesto igienico-sanitario che ora ci fa dire: ma in che bel paradiso viviamo in Italia? Abbiamo un tavolo dove accomodarci, acqua per tutte le necessità, cibo vario, bello! Di là tutto questo è un’altra cosa, anzi, spesso non c’è. Ma in Kenya l’ironia è stata nostra compagna e questo ci ha aiutato.

Boiling water - Dirib Gombo Child with cat - Dirib Gombo In a new  manyatta  - Dirib Gombo - Karibu Loho and family - Dirib Gombo Lunch - Dirib Gombo - Karibu Village

Fra le necessità del posto comunque c’è sempre l’acqua. Abbiamo fatto un sogno, un invaso per conservare quella piovana intorno a KARIBU. Lì torneremo con le cucine solari. Avremo quindi il tempo per pensare e realizzare con la gente l’invaso di terra. Sarà così giustificato il detto: “l’utopia è l’ombra della realtà”.

Un caro saluto a tutti, Ottorino.

Queste e altre sono foto del reporter Dimitri Feltrin.
Segnaliamo inoltre l’articolo comparso su La Tribuna di Treviso il 15 settembre 2014.

 

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La potenza delle opportunità Guinea Bissau 2014

Il sole forte e l’arretratezza di alcuni luoghi fanno faticare, ma ti concedono anche di osservare lentamente le bellezze e di immaginare.

Anche in Guinea Bissau in questo inizio 2014 il sole è propizio e lo sono pure i vari pozzi scavati dalle mani dell’uomo.

Osservando, si vede che queste due energie, sole ed acqua, non si intrecciano ma potrebbero dare molta forza per mettere in movimento altro.

Un esempio è l’orto in sacco; può prosperare con poca acqua e occupare poco spazio.
Durante le varie tappe in GUINEA ne abbiamo parlato e realizzato qualcuno, sempre insieme alla gente che con noi vive la sorpresa.

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Si può contare sull’acqua dei pozzi pescata a 15/20 metri, solo diventa una bella sfida per le minute braccia dei piccoli che si cimentano a tirare, tirare la corda del secchio di 5 litri. Allora ecco la proposta di costruire insieme un semplice verricello che di acqua, a parità di fatica, ne può tirare su 5 volte tanto.

GuineaBissau2014-07 GuineaBissau2014-06 GuineaBissau2014-05Verricello

Il prototipo è già fatto, lo applicheremo il prossimo giro; sarà OPPORTUNITÁ sia di lavoro sia di guadagno in loco, bei due risultati.
E quel tempo guadagnato dai bambini alla fatica del pozzo può tramutarsi in tempo per il gioco.
Così con la forza dell’acqua e l’energia del sole abbracciati possiamo immaginare chissà, 10, 30, 90 orti in sacco; benessere quindi dalla nuova dieta, e perché no, per l’economia che comincerà ad accarezzare qualche famiglia.

Queste belle OPPORTUNITÁ meritano di essere festeggiate… Come?
…con un dolce come in tutte le feste del mondo.

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Nel nostro “viandare” ci fermiamo un po’ a Sao DOMINGOS ai confini con il Senegal.
Intraprendenti suore provenienti dal Senegal da tempo stazionano nella Missione lambita dalle maree dell’oceano Atlantico, che dopo aver superato una distesa di mangrovie arrivano fino al muro di cinta.
Sono giovani suore che si dedicano ad accompagnare nel cammino di formazione un gruppo di donne: lo scopo è sviluppare conoscenze e competenze per condurre un piccolo commercio. Un esempio è il lavoro di produzione del sapone che realizzano le stesse donne.
L’intraprendenza non ha confini, si tratta di far camminare LE OPPORTUNITÁ delle CONOSCENZE.

Nell’attività di formazione rivolta alle donne anche il forno solare ha il suo posto.

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Formazione quindi su ambiente, uso della cucina solare ma anche momento di riflessione in merito a come utilizzare i risparmi derivati dalla cucina, visto che non servirà acquistare carbone o legna.

Così, dopo aver quantificato la spesa per la legna e il carbone, giunge la splendida conclusione del gruppo su come impiegare il risparmio: “faremo studiare i nostri figli e avvieremo un commercio!”.

L’INTRAPRENDENZA è anche figlia delle OPPORTUNITÁ!

La POTENZA ESPRESSA DALLE OPPORTUNITÁ AVUTE/DATE è la chiave del PROGREDIRE e della pace fra le persone ed i popoli.

Gustiamoci un po’ di foto fatte in alcuni luoghi dove abbiamo lavorato; immagini che parlano della dirompenza della bontà e dell’abbondanza della natura con i suoi doni: mango, casù (anacardi), palme e buganvillee.

Al prossimo “viandare”, Ottorino e Rino, che con la sua ottima collaborazione, è stato compagno di viaggio.

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Cucinare con il sole nell’alleanza Solar Cooker Internationals Network

Solar-Cookers-International -Network -Cucinare

Solar Cooker Internationals è un’alleanza di ONG, costruttori e individui attivi nella promozione della cottura solare in più di 120 stati.

Ne fanno parte anche i gentilissimi signori americani Paul Hedrick e Tom Sponheim che, dopo aver visitato il nostro sito, hanno creato una pagina dedicata a cucinare con il sole all’interno del sito dell’alleanza.

Li ringraziamo e siamo felici di essere entrati a far parte di questo gruppo internazionale. Un gruppo che, visto il numero di paesi coinvolti, dimostra quanto la cottura solare sia diffusa nel mondo. Molto di più di quanto si possa immaginare.

Solar cookers internationalsSolar Cooker Internationals è un’alleanza di ONG, costruttori e individui attivi nella promozione della cottura solare in più di 120 stati. Ne fanno parte anche i gentilissimi signori americani Paul Hedrick e Tom Sponheim che, dopo aver visitato il nostro cucinareconilsole.com, hanno creato una pagina dedicata a cucinare con il sole all’interno del sito dell’alleanza. Li ringraziamo e siamo felici di essere entrati a far parte di questo gruppo internazionale. Un gruppo che, visto il numero di paesi coinvolti, dimostra quanto la cottura solare sia diffusa nel mondo.

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