Torta salata primaverile alle erbette di campo col forno solare

Pubblichiamo la ricetta inviataci da Nadia.

La Primavera è la stagione del primo sole, delle prime uscite all’aperto, delle prime scampagnate in compagnia, organizzando pasti informali, senza imbandire tavole, senza coperti, piuttosto seduti su un prato sopra una coperta!

Una torta salata è quello che ci vuole quindi, perchè si mangia a fette: potete portarla con voi nelle vostre uscite fuori porta o gustarla appena cucinata con la vostra cucina solare prendendo il pasto nel vostro giardino o terrazzo.

Le erbe primaverili possono benissimo essere sostituite in altra stagione, con altre verdure (zucchine, radicchio, melanzane, catalogna, ecc.) in modo da preparare oltretutto, un piatto completo ma leggero e sano.

N.B.: Indicazioni per cucinare con il sistema a forno solare della cucina a parabola.

Ingredienti per 6/8 persone

  • 1 confezione di pasta brisè di formato rotondo
  • 300 g di ricotta
  • 6 uova (si raccomanda che siano state tolte dal frigo e lasciate a temperatura ambiente almeno per 10 ore in maniera che gli albumi montino molto bene)
  • 500 g di erbette selvatiche primaverili crude: si intende un misto di rosetta basale di tarassaco, germogli di silene inflata, gettiti di luppolo, rosetta basale di papavero, ciuffi di ortica (in termine dialettale veneto: radicèe, sciopetìn, bruscandoli, peverèl, ortiga)
  • 1 cipolla media
  • 50 g formaggio grana grattugiato
  • Olio extravergine
  • Sale
  • Pepe

Preparazione

Dopo aver lavato e ben asciugato il vostro misto di erbette selvatiche primaverili, tagliuzzatele su un tagliere.

Tagliate a fette la cipolla e con un po’ d’olio, soffriggetela in un tegame antiaderente: poi aggiungete le vostre erbe tagliate, facendole appassire con un po’ d’acqua: metteteci sale e pepe e cucinate per circa 20 minuti, giusto per appassirle un po’. Fate raffreddare il tutto.

Nel vostro robot di cucina, metterete la verdura passata al tegame e raffreddata, assieme solamente ai tuorli delle 6 uova. Passate quindi al mixer per pochi minuti.

Gli albumi vanno messi in un’altra terrina e montati a neve molto bene, per almeno 10 minuti fino ad ottenere una spuma ben consistente.

Ora, prendete una tortiera di circa 25-26 cm di diametro con corona esterna rimovibile di circa 5 cm di altezza.

Aprite la confezione della pasta brisè senza toglierla dalla carta da forno su cui è avvolta e, con un mattarello, spianate ancora un po’ la pasta per renderla sottile. Disponete carta da forno e pasta soprastante sul fondo della tortiera, appoggiando ai lati della corona esterna i bordi della pasta.

Ora sul fondo, disponete la ricotta, distribuendola approssimativamente con una forchetta, in modo uniforme; passate sopra una manciata di formaggio grana.

A questo punto, molto delicatamente, aiutandovi con un cucchiaio, aggiungete un po’ alla volta agli albumi montati a neve, il composto omogeneo ottenuto al robot con le erbe e i tuorli d’uovo: deve risultarne una spuma soffice che adagerete ora sopra la ricotta. Poi aggiungete sopra il rimanete formaggio grana e un po’ di sale.

Il tutto è pronto per essere messo a infornare e cucinare con l’energia – calore dei raggi, nella cucina solare, usando il sistema di cottura a forno solare.

Il cielo, per la cottura a forno, deve essere limpido: con questa garanzia, i tempi di cottura saranno di 75 minuti. Non scoperchiate durante la cottura il coperchio della pentola-forno, per non disperdere il calore, ma ABBIATE L’AVVERTENZA DI RUOTARE DI 90° OGNI 15 MINUTI CIRCA L’INTERA PENTOLA IN MODO DA GARANTITE UNA COTTURA E DORATURA UNIFORME.

Auguriamo a voi, in buona compagnia, buon appetito condito di quel sentimento di stupore e gratitudine per il Sole che ha permesso di cuocere e per la Natura che vi ha fornito spontaneamente germogli saporiti come ingredienti gratuiti.

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Laura: da un po’ di tempo ho una cucina in giardino

Ciao, conosco le cucine solari da un po’ di tempo e ne ho una in giardino…

In montagna… anche al freddo si cucina!

Si può cucinare quasi tutto, basta avere un po’ di fantasia e un minimo di esperienza… paradossalmente è più facile farlo in giornate fresche ma con cielo limpido, piuttosto che in piena estate con afa e 40° all’ombra.

Esperimenti con cereali e pomodoro

Si può preparare carne, pesce, verdure alla griglia o alla piastra stile barbecue o anche semplicemente una pasta al sugo (chiaramente se si ha una cucina sola bisogna un attimo organizzarsi, ad es. dopo aver cotto per un paio di minuti nell’acqua bollente la pasta si sposta la pentola e ci si concentra sul sugo…mentre continua la cottura della pasta perché l’acqua comunque è caldissima il sugo può bollire tranquillamente sulla cucina solare e poi quando è tutto pronto si salta nella padella del sugo la pasta), ai minestroni, alle zuppe, alle marmellate, …Nadia riesce addirittura a ricreare una specie di forno con delle pentole apposite e fa dolci….non sono ancora arrivata a questi livelli!!!

I pomodori e i peperoni ripieni fatti in piena estate bisogna provarli… almeno non si scalda la casa

…non dimentichiamoci che il pentolame deve essere possibilmente nero esternamente… le pentole di acciaio inox riflettono i raggi e possono funzionare bene solo in rari casi di super limpidezza del cielo…

Vi invio qualche vecchia foto… se vedete qualcosa di strano tipo pannellini fotovoltaici sulla cucina è perché ho avuto modo di utilizzare alcuni prototipi relativi a progetti sperimentali.

Laura

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Come cucinare pizza, torte salate, dolci, lasagne ecc. con un concentratore solare

La cucina solare a concentrazione può essere impiegata anche come un forno classico, pubblichiamo di seguito le dettagliate istruzioni inviateci da Nadia che ringraziamo.
  1. Procurarsi una pentola nera, capiente, di circa 40 cm di diametro e 10 cm. in altezza, con coperchio bene aderente (eventualmente si può creare una maggiore aderenza del coperchio aggiungendo sopra qualcosa di pesante come un semplice sasso).
       
  2. Procurarsi un alza-pentola di metallo o terraglia che faccia da distanziatore con il pavimento della pentola/forno: nella foto è stato usato come base, uno svaporatore per torte, in metallo.
  3. Preparare la pizza, o la torta o le lasagne ecc., e disporre l’impasto nella ordinaria tortiera/base antiaderente rotonda per pizza/teglia per pasticcio ecc. (i vostri soliti contenitori da cucina) e inserirla nella pentola nera.
       
  4. Riposizionare il coperchio e mettere sopra un qualche oggetto pesante (la foto mostra un sistema di chiusura a molla del coperchio, ma la maggior pressione si può ottenere in maniera artigianale)
  5. Ogni 20 minuti, è bene ruotare di 90° il complesso pentola/forno al fine di distribuire omogeneamente la cottura in tutti i 360° (altrimenti si rischia che si bruci solo la parte dove cade il fuoco del concentratore).

Note
Rispetto ai tempi di cottura ordinaria del cibo, vanno aggiunti 20 – 30 minuti circa (il tempo di pre-riscaldamento di un forno elettrico).

Se si fa il pane o una torta, non si vedrà la solita doratura sopra perché il calore viene più dal pavimento della pentola (il colore della pasta risulterà più pallido)… ma il cibo sarà comunque cotto e saporito, gradito al palato, all’ambiente e al portafoglio! I vicini di giardino non potranno che esserne invidiosi!…Invitateli a mangiare assieme a voi condividendo lo stupore!

Nadia

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Sud Sudan 2013

Cari amici piú giovani,

avendo frequentato nel mese di gennaio 2013 il Sud Sudan ho incontrato volti infiniti di soli giovani dai capelli…..bianchi li devi solo immaginare, non ne vedi. Cosí mi viene spontaneo un linguaggio che esprime una visione……se la giovinezza è la caratteristica di chi vive un dato ambiente non rimane che raccontare visioni di futuro.

Il Sud Sudan, indipendente da luglio 2011, con i suoi 9.400.000 abitanti nella situazione di riprendere la vita già fin dai suoi piú elementari presupposti, è solcato dal Nilo Bianco.

É privo di infrastrutture, di mezzi per lavorare la terra, di cibo, che deve giungere dall’Uganda e dal Kenya……mancante di scuole e di chissá quanto altro. Non è però questa stesura che mi affascina…..é ben altro.

Ero lí per concorrere a dare opportunità a donne e bambine di riscattarsi dalla cerca della legna per cuocere e cosí che il clima, con gli alberi lasciati al loro posto, possa “respirare”. In questo concorso di riscatto mi sembrava di riscattare le nostre nonne, mamme che tribolavano pure loro con il fuoco, magari con la legna umida, per cucinare polenta, ancora come il giorno prima.

Me ne stavo ad assemblare concentratori solari, con la bella disponibilità delle suore di Don Bosco Missione di Gumbo appena fuori la capitale Juba, con l’aiuto di Dikson, lavoratore dal Kenya, mentre piú volte alzavo il viso ad ammirare lo snodarsi di alti alberi che vedevo a circa 2 km……..accompagnavano, facevano da padre e da madre, allo scorrere virile del Nilo Bianco che come la virulenza di una giovane vita, procedeva verso mete lontane, Khartoum e poi il mar Rosso.

Questa vista, per piú giorni, dentro a temperature giornaliere toste, mi distraeva, mi felicemente inquietava……tutt’intorno terra arida solcata talvolta da un vento dal procedere monotono, privo di possibilità di gioco, mancano gli alberi coi quali avvinghiarsi, provare la forza….

L’IMMAGINAZIONE allora mi dipingeva davanti, pannelli fotovoltaici ridenti, pompe per l’acqua desiderose di mettere in moto i loro muscoli, invasi accoglienti come braccia aperte di giovani donne che erano lì per donare vita a fecondi orti; ne risultava come un dipinto di colori, bianco dei cavoli, rosso dei pomodori, verde dell’insalata.

Talvolta LA DOMANDA di alcuni giovani: posso lavorare anch’io con te? Voglia di mettersi in gioco, non importa a fare cosa.

SETE di acqua che faccia bene…….questa era la richiesta che ogni mattina tanti lavoratori addetti all’ampliamento delle scuole della Missione facevano poichè vedevano che ogni giorno circa un ettolitro di acqua bolliva sopra i concentratori da 2 metri mentre su quelli da 143 cucinavano i fagioli………concentratori in attesa di essere portati alle famiglie e presso le scuole alla ripresa di marzo dopo le vacanze.

STEFANO, chi é costui? Parla trevigiano, inglese, arabo un pó…….sono contento di essere qui a Juba per un anno come educatore concorrendo a riscattare bambini handicappati da scovare dentro le baracche o le capanne; si me la godo, sono contento di fare questo.

Betty, giovane donna di origini Ugandesi, suora salesiana, che dopo l’università a Nairobi la partita se la gioca da attaccante presso la moltitudine di ragazzi che affollano la scuola della missione…..si gioca le vacanze a recuperare chi ha piú faticato durante l’anno…..certo non si fa mancare il “tocio” serale, e fa piú che bene, che se lo prende su con la polenta debitamente scolpita con le dita; dice che cosí il cibo ha un gusto superiore. Sarebbe da aprire qui da noi un ristorantino dove si mangia solo con le mani…. Magari esiste giá.

AL NORD c’é Wau, la seconda città del SudSudan dove ho incontrato, si la polverosa città ma quel che vale, ho incontrato MARIANNA..a suo tempo se la passava con simil bisturi, cioé con la scherma. Lei é di Conegliano ma come giovane donna per tempo immaginava in lungo ed in piccolissimo. Ora Marianna é comboniana e la partita a scherma se la gioca, ma con strumenti che si é costruita nel paziente tempo dello studio per diventare medico……il dispensario, la corsia dell’ospedale e la sala operatoria sono i luoghi della sua sfida…………. e la costanza dell’allenamento la fanno donna cercata ed apprezzata.

Mentre già in Sudan questi fatti osservavo mi sentivo sempre più legato alla mia Italia, a S. Lucia di Piave…..quante domande, quante considerazioni su casa nostra.

Penso sempre che non abbiamo la forza del Nilo, la costanza del sole, ma tante giovani donne e ragazzi si …….pur in un contesto Italiano ed europeo povero di risorse naturali rispetto ad altri continenti, ma ricchi di CONOSCENZE che aspettano giovani, come Betty, Stefano, Marianna ed altri, che si lancino nella mischia.

La MISCHIA, certo con un pó di casco e di ginocchiere magari bucate……la mischia è sempre la mischia, bello…….”ne ho prese ma ne ho anche date”. E si è pronti a tramutare l’IMMAGINAZIONE in realtá.

Che ne dite?

A voi tutti un caro saluto e che il Nilo lasci il suo limo, Ottorino.

Foto dal Sud Sudan:

1) La potenza della concentrazione dei raggi del sole

2) La salubre acqua da bere, bollita con il concentratore solare

3) Lo spettacolo del Nilo Bianco

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Minestra solare di farro e lenticchie

Minestra di farro e lenticchie

Ecco la ricetta preparata dagli allievi della classe 3a cucina dello IALFVG e cotta col concentratore solare il giorno 13 febbraio 2013.

Ingredienti per 4 persone

lenticchie 120 g
farro 120 g
mazzetto aromatico (salvia, rosmarino, timo) 1
carota 1
cipolla bianca piccola 1
sedano verde 1 costa
aglio 1 spicchio
olio extra vergine di oliva 4 cucchiai
concentrato di pomodoro 1 cucchiaio
pepe nero macinato grosso q.b.
sale q.b.
acqua q.b.

Procedimento

Tritare finemente carota, cipolla, sedano e aglio. Cuocere il soffritto ottenuto con l’olio di oliva finché risulta morbido.
Unire le lenticchie, il farro, il concentrato di pomodoro e il mazzetto aromatico.
Aggiungere dell’acqua in modo che il livello di liquido sia tre volte quello di lenticchie e farro.
Cuocere per circa 3 ore con la cucina solare a parabola. Aggiustare di sale. Eliminare il mazzetto aromatico. Servire ben calda con un filo di olio extra vergine e una macinata di pepe nero.

Puoi vedere la ricetta solare di farro e lenticchie sul sito alberghiera.it

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Educazione al risparmio energetico alle scuole IALFVG

In occasione di M’illumino di meno, la giornata di sensibilizzazione al risparmio energetico, al centro di formazione turistico alberghiera IAL Friuli Venezia Giulia di Magnano in Riviera gli allievi hanno preparato una minestra di farro e lenticchie cotta col sole.

Nonostante la presenza della neve sul prato facesse sorgere qualche dubbio nei ragazzi, lo chef ha proposto una ricetta da cucinare col sole. Quando fa freddo, si sa, una buona minestra è quel che ci vuole per riscaldarsi e, detto fatto, gli ingredienti di base erano già in pentola. Dopo una cottura di 3 ore i piatti fumanti erano pronti… e dicono siano spariti velocemente.

Anche questo è un modo per educare al risparmio, fattore utile al portafoglio dei futuri ristoratori e alla natura.

Educazione al risparmio energetico con la cucina solare
L'educazione al risparmio energetico coi ragazzi dello IALFVG di Magnano in Riviera (UD). La classe terza cucina coordinata dallo chef Zedelmeier.

Ecco la notizia sul sito della scuola: cuciniamo con la cucina solare anche d’inverno.

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Un saluto, post Senegal, agli amici piú giovani.

Sono appena ritornato dal Senegal e mi é caro raccontare l’esperienza a voi amici coi quali sono entrato in dialogo. Questo in Senegal é stato il mio 25mo viaggio nei paesi africani quali Eritrea, Kenya, Guinea Bissau, Etiopia. Gli ultimi anni mi hanno visto lavorare come volontario con le cucine solari. Sono testimone di terre sempre più aride, prive di alberi, laddove fino a poco tempo fa c’era o foresta o boscaglia. Ho incontrato molti giovani con le “mani in mano” altri a fare lavori agricoli o artigianali con strumenti minimi, che da noi neanche i più vecchi hanno mai visto. Ho rivisto giovani, abitanti nelle capanne, studiare per dare esami all’università; una grande voglia di riscatto. Ne ho visti piangere alla nostra partenza perché coscienti che sarebbe terminato il tempo della formazione; altri cercare nelle discariche un po’ di metallo da vendere. Alcuni, pur arrivando dalle capanne, avevano la voglia di collaborare, stringere viti, assemblare calotte di cucine solari (esperienza fatta recentemente in Senegal in più villaggi); anche qui voglia di fare, di riscatto. Le donne, pure loro ho visto capire al volo come si assemblavano in serie 10 supporti di cucine, sono state un vero aiuto per risparmiare tempo. Il resto è stato dedicato a cucinare insieme per più giorni, riso, foglie di un certo albero, pesce. Alcune donne che erano rimaste escluse dall’avere una cucina si sono azzuffate. Anche questa volta per dieci giorni ho condiviso la cena presso una casa parrocchiale con giovani tedeschi e francesi. Gli uni erano in Senegal per curare un gemellaggio coi loro coetanei liceali mentre gli altri lavoravano ad altro progetto e dedicavano tempo a trasmettere conoscenze di informatica. Erano stati favoriti dalla scuola e dai loro genitori; certamente una bella esperienza. Invece altre tre ragazze della Germania erano per un anno di servizio volontario o presso centri educativi o presidi sanitari. Mi è capitato di vedere potenziali risorse della terra ed il pensiero è corso al lavoro che manca anche qui a tanti giovani come manca li. L’ultima pioggia è di un mese fa e fino a giugno non se ne parla più, certamente acqua ne deve essere caduta molta visto che vedevo ancora qualche pozza, pur calante, resistere al caldo dei 40 gradi; quanti posti di lavoro potrebbero nascere, anche con pochi soldi? Pale, carriole, un grande invaso da costruire, un telo sul fondo, qualche pannello fotovoltaico, una pompa, qualche serra e la crescita di legumi a go go.  E qui in Italia? Chissà quante ” pozze” ci sono da scoprire qui, da lavorarci intorno con creatività e costanza; chissà quanti posti di lavoro nuovi, quanti frutti anche per qui. Delle immagini che per ora non ho disponibili aiuterebbero a rendere più leggero questo testo e nel contempo più brioso per i colori, i volti, il paesaggio. A tutti un caro saluto e se vi sembra di esprimere qualcosa lo leggeró con grande piacere, Ottorino.

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2012, DIARIO DI UN PERCORSO IN AFRICA: formazione.

Formazione su Ambiente , Deforestazione , Salute

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Formazione su Energie Alternative

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Assemblaggio delle cucine solari

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Formazione su come utilizzare le cucine solari

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Prove di cottura di vari cibi

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Pulizia della cucina solare

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Situazione sull’uso dell’acqua di un pozzo presso orti comunitari

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Prelievo manuale dell’acqua.

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Bambine dedite al faticoso trasporto dell’acqua dal pozzo agli orti; per alleviare la fatica tra un pò verrà attivata una pompa azionata con della corrente dei pannelli fotovoltaici.

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IN SENEGAL – Formazione di un artigiano per la costruzione e l’assemblaggio di cucine solari

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Passaggio di conoscenza

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Patto di consegna

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Verifica della cottura del riso

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Cottura dei fagioli

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